sabato 14 gennaio 2012

AMMENDA


10 Gennaio 2012
Ormai mancano un paio di giorni alla fine della nostra vacanza in terra Thailandese, perciò passiamo l' ultima serata con Geoff e Francine e l' indomani partiamo verso la spiaggia di Kamala e poi verso nord per completare il nostro tour dell' isola. Per la prima volta dopo tanto girovagare mi concedo un massaggio Thai, un bel po in ritardo rispetto a quanto avrei immaginato. E' superfluo dire che l' esperienza è stata grandiosa, a partire dai profumi dei diversi oli che ha usato, al calore incredibile che fuoriusciva dalle sue mani,  a tutti i movimenti diversi che faceva con le dita e che cercavo di comprendere ad occhi chiusi. E arrivati qui, alla fine, ho pensato fosse giusto fare ammenda prima di tornare a casa. Mi rendo conto di essere stata molto critica nel cercare di spiegare i nostri sentimenti rispetto all' ambiente circostante, probabilmente ad un certo punto ho sbagliato strada e sono andata dritta come un treno a parlare solo di quanto ci infastidisse la sporcizia, la trascuratezza e la puzza di marcio, tralasciando di dire quante cose belle invece ci sono su cui soffermarsi.

Non voglio neanche che questa sia interpretata come la classica virata all' italiana, che dopo aver gettato badili di mxxxa sopra qualcosa, cerca di ripulire alla bene e meglio per bilanciare le opinioni.
Tutto quello che è stato detto è vero, le condizioni igieniche sono alquanto trascurate, la coscienza civica non esiste, però c'è tanto rispetto e tanto cuore. Questa gente ha sempre larghi sorrisi da regalare, sempre un buon gesto o una buona parola, anche se non la capisci, e non lo fanno per denaro, nessuno ti chiede soldi, e nessuno si comporta come se volesse prenderteli. Certo magari generalizzare è un altro errore, ma questa è la nostra esperienza, questo è quello che NOI abbiamo percepito.
Mi sono arrabbiata pensando a quanto paradisiaco dovesse essere questo posto e a come invece spesso si presenta, non ho perso un angolo di sporcizia in tutta la Thailandia, quasi quasi dovevo vederlo, per avere la conferma che avevo ragione, ma per fortuna, anche se non ne ho parlato, non ho perso il resto. Non ho perso le faccie rugose e le mani segnate delle vecchine che tagliano ananas tutto il giorno, non ho perso la gente alla fermata del treno che beve i succhi di frutta fresca dal sacchetto di plastica, non ho perso  i gelati fatti col cocco vero e poi messi sul bastoncino perchè fosse piu simile a qualcosa che noi conosciamo ( anche se non dimentico di aver pensato a lungo alla cantina buia e sporca dove probabilmente venivano creati! ). Voglio ricordarmi il viaggio in treno verso il nord, il verde dei campi, il sole che ci accompagna per tutto il tragitto, lo sguardo sereno dei passeggeri, le risaie, le fermate con i nomi strani, i ventilatori montati sul tetto dello scompartimento, le divise delle studentesse, i loro visi, le frangette, i capelli neri lisci e lunghi.
 Vorrei portare a casa l' autocontrollo che hanno i Thailandesi nei confronti di qualsiasi cosa, vorrei anch'io riuscire a comprendere che arrabbiarsi, alzare la voce, perdere le staffe è un comportamento disonorevole per se stessi principalmente, vorrei portare via l'assenza di affanno che rende distesi i loro visi, vorrei imparare la calma, l'incedere tranquillo, anche quando spingi un carretto di frutta con i piedi scalzi sull' asfalto, vorrei inginocchiarmi davanti a qualcosa in cui credo senza bisogno di prove o miracoli e ringraziare, rendere omaggio senza desiderare di avere nulla in particolare, senza sentire il bisogno di lamentarmi ogni volta che qualcosa non gira come vorrei io, senza dover pensare che la vita è uno schifo perchè non ho abbastanza soldi per mandare a cagare il mio capo e aprirmi qualcosa di mio. Cosa hanno qui? Eppure dopo tutto il lavoro, da prestissimo a tardissimo, hanno ancora
voglia di sorridere a me che non capisco una parola di quello che dicono, che sono in vacanza, che prendo gli aerei e vedo il mondo, che non ho figli a cui badare mentre cucino, servo i clienti, pulisco le camere o lavo la biancheria dei turisti per pochi centesimi al chilo. Ho provato a stilare una lista delle cose negative e positive, ma alla fine mi sono accorta che quello che non mi piace l' ho già detto e ridetto, e allora forse queste cose non erano poi cosi tante rispetto a quello che invece mi è piaciuto, poi però ho pensato a quando ho detto ad alta voce che questa sarebbe stata l' ultima volta che avrei preso un aereo per visitare un paese asiatico e alla tristezza che mi ha preso già due giorni prima di partire e mi è venuta una gran confusione in testa. Penso solo alla nostalgia che avrò per sempre di questi sapori, ancora sono qui e già mi affanno per cercare di fissare nelle mie papille il gusto delle noccioline saltate con le verdure e i gamberi, al maiale cosi cremoso nella sua salsina sweet and sour, in cui a fine pasto butti il riso bianco per non perdere neanche un cucchiaio di quel gusto così perfettamente bilanciato.
Il riso con l'uovo strapazzato e il cipollotto, i chicchi di mais e quei piselli con la buccia, i frutti di mare conditi con salsa d' ostrica, il barbecue di aragosta condito con la cremina burro e aglio. Le barchette di legno piene di ghiaccio e pesce fresco da scegliere e far grigliare al momento, i profumi che ad ogni ora pervadono l'aria di cibi gustosi e succulenti. Poi un terribile pensiero..perchè diavolo non ho partecipato a un corso di cucina Thai dei tanti che ne fanno per imparare a fare i piatti che ho amato di più? Si beh ho comprato 2 libri...cacchio, che stupida!! Inizio a correggere il tiro e dico che se dovessi mai tornare qui, sarebbe per il cibo, poi però mi riscopro a voler far sapere ai camerieri dei posti dove mangiamo che torniamo a casa, per poi andarli a salutare affettuosamente a fine pasto tra sorrisi e auguri, e quando mi dicono che forse un giorno ci rivedremo, io gli credo.

lunedì 9 gennaio 2012

Big Buddha vs. God


Girovagando in un ozioso pomeriggio per le strade di Karon e Kata in sella al nostro Scooter Fino-mio, scorgiamo spuntare tra gli alberi in cima alla collina un capoccione bianco, successivamente facendo uno dei tanti bagni ristoratori tra le onde dell oceano, ecco ancora il capoccione stavolta girato di faccia che ci osserva dall alto del suo colle. Cosi, tremendamente incuriositi, saltiamo in sella e andiamo alla scoperta del Big Buddha, un gigante di marmo bianco che sovrasta l isola e che fa parte di un ambizioso progetto ancora in corso d opera. La strada per raggiungere la collina e spettacolare tra palme, banani, fiori tropicali e fogli grosse quanto la testa di un elefante.
Alla fine compare lui, di spalle, siede su una piattaforma di marmo rialzata visitabile all interno. Un reticolato di fili di cotone posti sopra le nostre teste ricopre tutta la stanza e conduce ad un Buddha dorato che li irradia in tutta la stanza quasi a garantire la sicurezza e la stabilita di queste fondamenta. Fuori nel piazzale antistante troviamo delle merdine, che poi sarebbero parte della capigliatura del Big Buddha a diversi stadi della lavorazione per mostrare il procedimento ai visitatori.

Tutta la struttura e fatta di vetroresina, ricoperta successivamente da lastre di marmo lucidate. Una foto ci mostra come si presentera il progetto ultimato e sara davvero monumentale , circondato da tempietti, animali sacri e decori, al centro dei quali la grande star fara gran figura. Il progetto ci piace cosi tanto da volerlo sovvenzionare anche se in minima parte e il gentilissimo addetto ci regala una pietra di marmo da scarabocchiare con i nostri voti, che poi diventera parte della costruzione e noi con essa, incollati per sempre in qualche sconosciuto angolo di questo capolavoro.
Evidentemente la nostra soddisfazione e interesse non vengono graditi su ai piani altri, gia fin troppo abituati alla nostra indifferenza, ma il fatto che ci permettiamo addirittura di sovvenzionare il culto di un altra religione passa ogni limite e percio veniamo puniti con un incessante acquazzone che ci coglie mentre siamo fuori a cena, distanti diversi km dal nostro albergo!

domenica 8 gennaio 2012

Kata, nuovi amici e birra a fiumi

Eh sia... se proprio non possiamo scappare, almeno possiamo provare a conviverci, e proprio quando smettiamo di divincolarci e opporci a quest isola, lei si mostra in tutta la sua bellezza, e scopriamo Karon e Kata.
Queste due baie, una attaccata all altra pare siano un po piu snobbate dal turismo di massa che affolla le spiagge di Patong come se nulla esistesse di altro nei dintorni;
certo Patong e da vedere e da vivere almeno una notte, con i suoi mille intrattenimenti e locali di musica rock suonati da cover band autoctone, pero per chi come noi non ama il frastuono continuo, spingendosi appena piu a sud si puo trovare veramente la pace. Innanzi tutto ci si allontana dallo smignottamento che puo anche essere folcloristico, ma alla decima offerta di assistere ad un ping pong show, dove le ragazze espellono palline dalla vagina, mi viene su anche un po di insofferenza, e poi riuscire finalmente a dormire senza tappi nelle orecchie e un esperienza che mi manca da troppo tempo.
Karon e Kata si fanno pagare la loro condizione di localita tranquille, pero la cosa non disturba perche si e ripagati in pieno, da una natura verde e rigogliosa, dalla spiaggia tranquilla, dagli ottimi ristorantini dove ci fermiamo dopo il pasto a chiacchierare con i ragazzi del servizio, che grazie a Pippi ci scambiano sempre per Svedesi o Canadesi ( grazie perche mi pesa sempre un po dire che siamo Italiani, anche se qui non conoscono molto la nostra situazione politica fallimentare ).
Dopo la cena ieri abbiamo provato a vedere la partita in un baretto con 5 schermi che proiettavano vari sport tra cui il golf seguito da noiosi americani e il derby di Manchester da tesissimi inglesi, ma purtroppo il massimo che siamo riusciti ad ottenere e stato il match della Juve di cui non ci interessava molto.
Noi invece abbiamo subito interessato una simpaticissima coppia di Australiani, Francine e Geoff, con il quale abbiamo passato una bellissima serata tra birra a fiumi e chiacchiere a non finire sull amore reciproco che proviamo l una nei confronti del paese degli altri, e fra uno o due anni, i nostri nuovi amici verranno a trovarci a Genova, nostri ospiti per qualche giorno. Poco dopo si sono aggiunti due super vichingoni Svedesi, molto simpatici che detestano, un po come noi e gli Australiani, l ondata russa che pervade le strade e le spiagge di Phuket, con i loro modi da steppa e la loro lingua incomprensibile. Sono razzista? Boh..no, si? Un po..ma sono odiosi, rigidi e pompati come le bistecche americane.

venerdì 6 gennaio 2012

Phi Phi = Poo Poo

 4 Gennaio 2012

Stamattina si parte, direzione porto di Phuket town, con uno zaino solo ridotto all osso e il resto lasciato in ostaggio a Mr. Don, la nostra ancora di salvezza su quest isola . Partiamo per Phi Phi Don, a detta di molti una meraviglia. Il battello si stipa all inverosimile e partiamo con 1 ora e mezza di ritardo. Arriviamo al molo dell isola e dobbiamo pagare una tassa, non capiamo bene per cosa, forse per la pulizia , ma non ci giurerei visto le ormai ben note condizioni di questi lidi, infatti, anche la famosa Phi Phi Island non fa eccezione e si presenta come un vero cesso!

Stavolta la mia rabbia raggiunge livelli epici e scatto foto a ripetizione a testimonianza dello spettacolo inglorioso al quale ci tocca assistere. Gabry prova ad ipotizzare siano i postumi dello tsunami, ma gli ricordo che sono ormai passati 7 anni, un po troppo tempo! La povera isola, oltre per i soliti problemi di pulizia e un cantiere... ovunque si costruiscono nuove strutture per ospitare un maggior numero di turisti, nonostante sia gia abbastanza deturpata e dissestata. Quello che noto e che non si tratta di non avere i mezzi, quanto di non averne nessuna cura: la Thailandia ha aerei, autobus e strutture moderne, e infatti se hai la fortuna di usufruirne da nuove ti puo sembrare di essere in un paese civile ( attenzione, ho detto civile, non civilizzato!), purtroppo pero la manutenzione pare sia un concetto estraneo, e quindi l involucro e chiaramente di fattura recente ma il resto e sporco, rotto e lasciato andare in malora. La stessa cosa lo fanno con l ambiente che li circonda, hanno isole da sogno , le sovraffollano, le riempiono di bancarelle con paccottiglia per turisti, cementificano, spazzaturizzano e deteriorano, e la cosa assurda e che la gente continua ad andarci e si muove in mezzo a quello squallore come se non vedesse!!
E le bancarelle vendono magliette con scritto I love Phi Phi, ma Phi Phi e diventata Poo Poo, invasa da traghrtti carichi di turisti che si accalcano ai botteghini per strada alla ricerca di una sistemazione per la notte, pagandola cifre spesso proibitive (nel caso in cui non si voglia dividere il materasso con le cimici, ovvio!) neanche fosse un paradiso incontaminato.
 Mi dispiace di non avere cose carine da dire in merito, ma questa e la triste realta, neanche la mezza giornata in mare del giorno seguente mi fara cambiare idea, guidata da quel che rimane dei pirati del mare che ormai hanno piegato le loro long tail boat al consumismo e passano le giornate a scorazzare turisti sulle solite rotte, riversando litri di carburante puzzolente in mare per far viaggiare le carrette di legno che imbarcano acqua e hanno il fondo pieno di bottiglie di plastica vuote delle escursioni precedenti.
Il giro e sempre quello, si va  a Phi Phi Leh, l isola disabitata di fronte a Phi Phi Don, sosta snorkeling su quello che rimane della barriera corallina, perche i criminali ci ancorano sopra le imbarcazioni, sosta pietosa alla spiaggia di Maya beach, resa famosa dallo sciagurato film con Di Caprio che ne ha segnato la fine, qualche foto ai macachi di Monkey beach, uno sguardo fugace da lontano alla Viking cave...tristezza...l unica nota di colore sulla barca ce la regala una coppia di tedeschi, uno ciccio e uno smilzo che ribatteziamo Culo e Camicia. Per il resto, siamo felici di essere fuggiti da Phi Phi Island anche se purtroppo non riusciamo a fuggire da Phuket, perche pare che questo sia l unico paese al mondo, almeno per quanto riguarda la nostra esperienza, dove non sia possibile cambiare la data di un volo interno se non pagando una multa, cosa che non ci pieghiamo a fare. Mi sento un po come Stitch quando inizia a montargli dentro la voglia di distruzione e corre come un matto sul triciclo di Lilo per poi scoprire di trovarsi su una piccola isola dove non ci sono grandi citta da conquistare e capisce che non c e modo di scappare da li...

Pigrizia e baracche

3 Gennaio 2012

Nel frattempo il tempo si e rimesso, dopo un esordio non dei migliori, il sole e riuscito  afrasi largo tra le nuvole cupe ed ha decisamente debellato il pericolo pioggia. Oggi siamo decisi a passare la giornata sulle sdraio per vedere se cambiando prospettiva cambiera anche la nostra valutazione. Il sole e caldissimo e l acqua ha una temperatura piacevole, non fosse per quel pizzicorino che ti prende quando sei ammollo...boh..chissa perche, ma ci sentiamo punzecchiare...
arriva l ora di pranzo e individuiamo un ristorantino decoroso con tavole circolari di legno dipinte di bianco su cui ci si inginocchia per poi mangiare appoggiati ad un altro tavolo circolare piu piccolo posto al di sopra, riparato da un ombrellone di canne di bambu, la spesa e minima come sempre e le porzioni abbondanti. Dopo un po, siccome il chioschetto alle nostre spalle prepara bevande con frutta fresca ci concediamo un frullato di cocco, servito dentro la noce e un frullato d ananas, poi stufi di spiaggia andiamo un po in giro in motorino.

Ci imbattiamo in una foresta di alberi con un rubinetto rudimentale piantato nel tronco e una coppetta fissata sotto con del fil di ferro per raccogliere una sostanza collosa e biancastra che ne fuoriesce, la foresta tropicale che segue e disseminata di catapecchie di lamiera, spesso senza porta da cui si intravede un materasso buttato a terra. A Bangkok, come in periferia ne abbiamo visti interi quartieri di queste catapecchie addossate una all altra, talmente appiccicate da non far filtrare la luce del sole, in bilico su uno o due piani, con un accenno di finesta, ma tutte dotate di antenna parabolica!

Phuket, primo impatto..no buono!!

2 Gennaio 2012

Anche oggi piove e il mio umore non e certo migliore del tempo la fuori. Gabry conosce bene la mia metereopatia, perciò si da da fare tra cartine e guida, per cercare di farmi tornare il sorriso trovando la giusta intuizione su come spendere i prossimi giorni. Il proprietario dell hotel, Mr. Don ci facilita la vita offrendoci un altra notte ad un prezzo piu basso, ci affitta uno scooter, e prova a capire cosa non va nel nostro pc, essendo anche proprietario dell' internet point davanti al suo albergo. Intanto noi ce ne andiamo in giro per le spiagge settentrionali, che la nostra guida descrive come fossero perle rare, di sabbia bianca, lambite da acque limpide.

 In realta non ne rimaniamo molto impressionati: per arrivare alle baie dove si trovano le spiagge si percorrono strade disseminate di spazzatura, ai bordi della carreggiata i banchetti vendono ogni tipo di pietanza, sembra che i Thailandesi siano sempre intenti a cucinare, grigliare, arrostire qualsiasi cosa: salsicciotti, verdura, frutta, grigliano e friggono, e mangiano di continuo in queste sudice bancarelle con fuochi annessi e poi ammucchiano quello che hanno precotto alla bella vista degli avventori, ma soprattutto di mosche e batteri, che con questo caldo ci mettono ancora meno a contaminare i cibi lasciati all aria.
Parlando di alimentazione bisogna stare attenti praticamente ad ogni cosa, cotta, cruda, frutta fresca sbucciata e lasciata all aria, verdura, acqua, ghiaccio..e le cucine dei ristoranti non fanno eccezione, essendo a vista e sulla strada, quindi vicino al traffico continuo di ogni genere di veicolo, ti permettono di far caso in che razza di pentole e padelle viene preparato il cibo che poi ti verra servito, i piatti di portata in alcuni casi sono in plastica come quelli da campeggio, strausati e segnati da solchi scuri tra cui si annida la carica batterica. Lo so, sembra un corso sull Haccp, ma è meglio sapere a cosa si puo andare incontro! Detto questo, basta farci l' occhio e saper selezionare, in realta la cucina Thai e molto buona e varia, a parte quando hai la sfiga di ordinare il condimento sapone! Non siamo ancora riusciti a capire qual e l' ingrediente che conferisce al cibo questo gusto, ma la sensazione e di mangiare Nelsen piatti!

Tornando alle spiagge, dove ci sono bancarelle, ci sono cibi, e dove ci sono Thailandesi che cucinano ci sono immancabilmente mucchi di spazzatura maleodoranti, loro buttano tutto per terra, e poi li vedi che ramazzano sempre, togliendo la polvere dai marciapiedi, ma la rumenta la lasciano li, come se non la vedessero. Sacchetti, contenitori per cibo, bottiglie di plastica, uno spettacolo tristissimo che si ripropone ovunque, sulle strade, ai bordi, tra gli alberi , in mezzo ai prati, sulle spiagge, dietro le case, dentro le case, sotto le case (quando si tratta di palaffitte), sempre spazzatura in ogni dove e puzza di marcio! Capite che dopo aver osservato la cura che hanno per l' ambiente in cui vivono, non e che ti venga tanto da pensare di trovarti in un paradiso.
Quando ti siedi al ristorante, che sia in spiaggia, in citta o in collina e la tovaglia fa concorrenza ad un medagliere olimpico bello carico e il tavolo sistematicamente non viene mai passato con uno straccio tra un cliente e l' altro, non è che proprio ti senti tranquillo e sereno.
L' unica possibilita che hai è di scegliere il meno peggio, che è quello che mi diceva mio padre al primo anno in cui sono andata a votare, e sperare che i tuoi anticorpi siano preparati all' emergenza.
Proviamo a scendere verso le spiagge piu centrali, ma non è che la solfa cambi, forse, ci diciamo, le isole saranno meglio, ed e cosi che progettiamo la fuga verso il porto di Phuket town.

Chiang Mai-Bangkok-Phuket

1 Gennaio 2012

Tornati in camera iniziamo ad assemblare gli zaini per il volo del mattino che ci portera a Bangkok e poi successivamente a Phuket . Incoscientemente per la paura che i proprietari della guest house si scordino di svegliarci, anche se gli abbiamo appena lasciato un memorandum sulla scrivania della reception (ricordo che stupidamente siamo partiti senza cellulari ne orologi), scarichiamo sul pc un programma che ci dia la sveglia che ci costera molto caro. Prima di addormentarmi in queste prime ore del 2012 mi soffermo a fare alcune riflessioni su Chang Mai e questa prima parte del nostro viaggio. La capitale del nord e grande, colorata, multietnica e occidentalizzata, questo la snatura un po dal canone Thailandese dei luoghi visitati finora, ma in realta non cosi tanto. La gente parla e capisce l inglese, e questo e sicuramente un vantaggio, e nonostante l omologazione che ne consegue, il fatto che sia piu a misura di turista a volte non e cosi male, se a misura di turista significa che i servizi sono piu numerosi ed efficienti, e comprensibili. L aspetto negativo che comparta invece la presenza di piu turisti e sicuramente dato dalla promiscuita; cosa ci faranno in giro queste giovani donne orientali con questi vecchi bianchicci, spesso panciuti europei si capisce fin troppo bene. Probabilmente se fossi in viaggio con un bambino gli potrei raccontare che sono gentili badanti che accompagnano i numerosi vecchietti delle tante case di riposo di Chiang Mai, nella loro libera uscita per evitare che si perdano, ma fortunatamente non ho figli a cui distorcere la realta! Ma non ci sono solo gli attempati europei che vengono qui a sentirsi gratificati a pagamento, in volo per Phuket infatti, dietro di noi siedono 3 ragazzi veneti che si raccontano le loro scorribande delle notti passate, credendo di non essere ascoltati, mentre uno dei 3 cerca di convincere gli altri, dubbiosi se confessare i tradimenti alle fidanzate, che quello che succede in Thailandia deve rimanere in Thailandia. ma andiamo per ordine...

Atterrati a Bangkok lasciamo gli zaini in deposito pronti a scoprire un altra faccia della citta, quella dei centri commerciali dove contiamo di concludere buoni affari. Il contrasto tra sfarzo e decadenza e imbarazzante, i mostri chilometrici si alzano verso il cielo inghiottendo orde di compratori, per fiaccarli con piani e piani di boutiques e bistrot, vomitandoli poi stremati e inebetiti dall incedere processionario di una giornata di shopping, nelle squallide strade sgangherate.
Dopo il secondo volo, finalmente atterriamo a Phuket e la pioggia ci accoglie insieme ad un clima torrido. Ci sistemiamo velocemente in un hotel poco distante dall aeroporto perche sono le 22:00 e non abbiamo idea di dove andare. ci penseremo all indomani sperando che il nuovo giorno ci accolga con un bel sole.